La maggior parte delle imprese italiane ha un ecommerce? Quali settori sono in crescita e quali competenze digitali mancano nel nostro paese?
Rispondere a queste domande non è affatto semplice perché il panorama delle imprese italiane presenta un tessuto economico costituito per lo più da PMI (piccole e medie imprese).
Infatti, come vedremo in dettaglio tra poco, in alcuni casi le aziende italiane non hanno una conoscenza adeguata né i sufficienti mezzi per investire nel commercio online. A confermarlo è l’ultima ricerca dell’ISTAT riguardo i trend delle imprese italiane con almeno 10 dipendenti che appena in un caso su sette opta per un ecommerce.
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Sapere come vendere online non è affatto semplice perché le regole del gioco sono molto più complesse per cinque ordini di motivi:
- necessità di un catalogo ampio;
- concorrenza elevatissima;
- mettere l’utente al centro delle proprie strategie;
- gestione della logistica;
- portare traffico lavorando sulla brand awareness.
Indice dei contenuti
In Italia la maggior parte delle imprese ha un e-commerce?
Come già precedentemente affermato, secondo i dati ISTAT solo un’impresa su sette con almeno 10 addetti ha un ecommerce (14,3% nel 2018). La percentuale si abbassa ulteriormente se prendiamo in considerazione le aziende che hanno effettuato vendite online per un valore almeno pari all’1% del proprio fatturato totale (10% nel 2018).
Inoltre, il report 2019 di Casaleggio Associati offre una panoramica della situazione del commercio elettronico in Italia facendo riferimento a sua volta a diverse fonti come InfoCamere e Confartigianato Imprese. Nel “Bel paese” sono attive ben 20.100 imprese, di cui 19.026 attive. Il tasso di crescita è pari all’11,73%. Andando a ritroso e confrontando i tassi di crescita a partire dal 2014, c’è stato un incremento delle iscrizioni al Registro Imprese del 51%.
Tuttavia, malgrado i dati di crescita siano piuttosto rosei, non è possibile affermare che la maggior parte delle imprese italiane ha un ecommerce. Navigando sul portale del Registro delle imprese e visualizzando la pagina intitolata Anagrafe Nazionale delle imprese possiamo vedere che in Italia ci sono circa 6 milioni imprese, di cui solo 19.026 attive e orientate al commercio elettronico. In Italia le imprese che hanno un ecommerce sono circa lo 0,317% sul totale.
Quale settore del commercio elettronico ha più successo in Italia?
Per fornire una fotografia efficace degli ecommerce italiani può essere utile una suddivisione tra le aziende B2B e B2C. Il Rapporto Esportazione e-commerce delle imprese italiane redatto in collaborazione dal Politecnico di Milano e Osservatori Digital Innovation fornisce un’analisi approfondita e i possibili trend di crescita per i prossimi anni.
Le imprese italiane con e-commerce B2B
Il Business to Business, cioè la fornitura di servizi tra imprese, occupa una fetta preponderante nel commercio elettronico in Italia. Nel 2016 il suo fatturato già incideva per il 75% sul totale degli acquisti effettuati tramite il web. Sono 7500 i siti di ecommerce riconducibili ad aziende B2B, di cui ben il 76% micro imprese con meno di 5 dipendenti.
In Italia i settori più importanti sono:Â
- largo consumo
- metalmeccanico
- automobilistico
- utility
- Pubblica Amministrazione
- tessile.
Le imprese italiane con e-commerce B2C
Secondo la ricerca condotta dal Politecnico di Milano e dall’Osservatorio della Digital Innovation in Italia il valore della domanda ecommerce che offre servizi ai consumatori (Business to Consumers – B2C) ha superato i 23,6 miliardi nel 2017 con un balzo in avanti di 17 punti percentuali rispetto al 2016. La crescita risulta praticamente raddoppiata se rapportata ai dati del 2013.
Il cambiamento nel volume di acquisti effettuati online è la spia di un mutamento delle abitudini dei consumatori. Infatti, ben 16,2 milioni di italiani hanno acquistato beni e/o servizi online almeno una volta a settimana con una spesa pro capite di 1357 euro all’anno.Â
Mutano le abitudini d’acquisto, ma anche le categorie di compere via web. In passato venivano acquistati soprattutto servizi, mentre dal 2017 (anno della ricerca a cui si fa riferimento in questo caso) abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza. Come vedremo tra poco, i settori trainanti sono il food, il beauty e l’home living (casa e arredamento). Tuttavia, il retailing online influisce solo per il 5,7% sul totale degli acquisti degli italiani, anche per il mancato accesso ad Internet da parte di un quarto degli italiani (Fonte: Report Cittadini, imprese e ICT).
Fatturato e-commerce in Italia
Secondo il report di Casaleggio Associati il settore del commercio elettronico ha portato in Italia un giro d’affari pari a 41.519.772.000 euro nel 2018 con un tasso di crescita del 18% rispetto all’anno precedente (2017). Le Regioni italiane leader nella crescita del retailing online sono state la Lombardia che rappresenta il 36,76% del fatturato italiano pari a 5,73 miliardi di euro e l’Umbria che influisce per il 13,63%. Numeri più bassi, ma comunque positivi per Campania, Lazio ed Emilia Romagna che contano ciascuna per il 6%.
Le statistiche degli acquisti online
È il tempo libero il settore forte dell’ecommerce italiano. Il 41,3% raggiunto nel 2018 è frutto dell’ascesa del gioco online. Al secondo posto troviamo il settore del turismo con un 28%. In attesa della pubblicazione del Report 2020, previsto per aprile-maggio, da parte di Casaleggio Associati le previsioni per il 2019 erano comunque rosee con potenziali trend di crescita del 24% per il leisure time e dell’11% per il turismo. Tali settori dovrebbero aver confermato per il 2019 i tassi di crescita auspicati.
In netta ascesa il retailing online per i centri commerciali che stanno crescendo a ritmi molto elevati con un peso percentuale del 14,5% sul totale del fatturato e con possibili tassi di crescita del 40% nel 2019.
Le altre imprese italiane che hanno un ecommerce sono nel settore delle assicurazioni (4,9%), dell’elettronica (3.3%), dell’alimentare (2.8%), della moda (2,2%) e dell’editoria (1,9%). Pesano per meno dell’1% sul fatturato dell’ecommerce italiano casa & arredamento (0,8%) e salute & bellezza (0,3%).
Tra i settori che presentano maggiori potenzialità per il futuro in base ai trend previsionali ci sono il food (+27%), beauty (+23%) e casa & arredamento (29%).
Tabella Fatturato, peso percentuale e trend di crescita per settore – Report Casaleggio Associati 2019
 | Tempo libero | Turismo | Centri commerciali | Assicurazioni | Elettronica | Alimentare | Moda | Editoria | Casa e arredamento | Salute e bellezza |
Fatturato settore in miliardi | 17,15 | 11,62 | 6,02 | 2,03 | 1,37 | 1,16 | 0,91 | 0,79 | 0,33 | 0,12 |
Peso percentuale | 41,3% | 28% | 14,5% | 4,9% | 3,3% | 2,8% | 2,2% | 1,9% | 0,8% | 0,3% |
Possibili trend di crescita | +24% | +11% | +40% | +2% | +18% | +27% | +21% | +13% | +29% | +23% |
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Continua a leggere l’articolo per scoprire come la maggior delle imprese italiane che ha un ecommerce può migliorare il proprio fatturato.
Quali tecniche usano le imprese italiane per vendere online?
La maggior parte delle imprese italiane che hanno un ecommerce deve predisporre una digital strategy per la vendita dei propri prodotti o servizi online. Se vuoi affinare le tue competenze di digital strategy per vendere online, preparati con Digital Coach®.
Le aziende italiane utilizzano per lo più i seguenti mezzi per fare breccia nel target e indurre alle conversioni:Â
- social commerce: chi acquista online nel 87% dei casi è stato influenzato da quanto ha visualizzato nella propria home di Facebook o Instagram. Inoltre, secondo la ricerca il 40% dei merchant usa i social per comprare online. Tali possibilità sono state implementate su FB e IG attraverso il button “vetrina”;Â
- omnicanalità : le imprese italiane stanno investendo nella realizzazione di una customer journey sempre più user friendly in modo tale da ridurre al minimo i momenti di frictionless, cioè le interruzioni nei processi di acquisto. Nel 2018 tali strategie hanno portato ad una crescita del 7% rispetto all’anno precedente incidendo per il 34% sul totale del fatturato mobile delle imprese italiane;Â
- strategia human centred: premettendo che l’audience dovrebbe essere sempre al centro, in questo caso si fa riferimento alla creazione di esperienze personalizzate che riescono a coccolare l’utente per poi spingerlo all’acquisto. Negli ultimi anni questa strategia si sta diffondendo grazie all’implementazione dell’Intelligenza Artificiale all’interno degli ecommerce che consentono di riadattare la pagina visualizzata in base ai dati dell’utente profilato;
- mobile payment: si stanno diffondendo su scala mondiale gli acquisti effettuati attraverso gli smartphone. Di conseguenza, i player dovranno migliorare le soluzioni di pagamento mobile affinché le transazioni si svolgano senza intoppi tramite questi device sempre nelle nostre mani.
E-commerce: un’opportunità per le PMI
Ragionando in ottica strategica in Italia le PMI sono le aziende che potrebbero beneficiare di più con la vendita di prodotti o servizi online. Secondo il Report di Casaleggio Associati 2019 le PMI italiane che hanno un ecommerce sono arrivate al 9% avvicinando la media europea del 15%.Â
Per una piccola impresa locale la conoscenza di software e-commerce come Magento può essere un vantaggio competitivo.
Una survey di Confartigianato ha analizzato 400 piccole-medie imprese a vocazione artigianale constatando che il titolo di studio influisce per il 97,9% tra gli imprenditori che optano per la vendita online. Appena il 12% delle PMI considerate è attivo nel commercio online e ben il 55% hanno visto i benefici di avere un ecommerce in termini di aumento del fatturato (+6%). Inoltre, un aspetto chiave della vendita online è la possibilità di aprire all’export verso i mercati esteri.
La necessità di investimenti per le aziende italiane che hanno un ecommerce è confermata anche dalla ricerca interna di Digital Coach nel Report Digital Trends 2020. Dal campione di 326 imprese analizzate è emerso che l’ecommerce è il terzo settore per numero di investimenti compiuti nell’ultimo anno e parimenti al terzo posto per quelli previsti nel 2020.Â
Perché la maggior parte delle imprese italiane non ha un e-commerce?
Dopo aver visto l’identikit dell’ecommerce in Italia, è il momento di comprendere perché il commercio online fa fatica nel nostro paese rispetto ai competitor d’oltralpe e su quale strada occorre investire affinché crescano le entrate degli ecommerce delle imprese italiane. Sono principalmente due i motivi per cui la maggior parte delle imprese italiane non ha un ecommerce.
Scarse conoscenze tecnologiche
In questo caso ci giunge in soccorso il report ISTAT Cittadini, imprese e ICT che delinea la situazione italiana in miglioramento riguardo l’uso delle ICT, ma comunque in netto ritardo rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea. Tale gap è stato rilevato sia dal punto di vista delle imprese che dei cittadini.
Percentuale imprese con almeno 10 dipendenti per livello di digitalizzazione – Fonte ISTAT Cittadini, imprese e ICT
 | Dipendenti 10-49 | Dipendenti 50-99 | Dipendenti 100-249 | Dipendenti +250 | Totale |
Molto alto | 1 | 2,9 | 4,7 | 9,2 | 1,4 |
Alto | 11,2 | 18,1 | 24,3 | 34,8 | 12,6 |
Basso | 30,8 | 35,7 | 38,3 | 35,5 | 31,5 |
Molto basso | 57 | 43,3 | 32,7 | 20,5 | 54,6 |
Infatti, solo il 44% della popolazione acquista online e appena il 10% delle imprese del Belpaese vende i propri prodotti attraverso i canali del retailing online. Il presidente di Netcomm Roberto Liscia ha colto il nocciolo della questione riguarda la scarsa presenza di ecommerce in Italia rispetto ad altri paesi: “C’è una correlazione lineare tra le competenze digitali di un paese e la possibilità di sviluppare una proposta ecommerce”. Secondo il presidente di Netcomm le imprese italiane soffrono per la “bassa competenza digitale” e sono quasi costrette a fare outsourcing vendendo sui marketplace. Per questo motivo, diventa fondamentale acquisire competenze specifiche che ti potrebbero permettere di avviare una carriera come consulente di vendita online.Â
Mancata conoscenza degli incentivi
L’altra faccia della medaglia riguardo la mancata digitalizzazione delle imprese italiane è la scarsa conoscenza degli incentivi per passare ad imprese 4.0. La legge di Bilancio 2019 ha offerto ben 4 chance per la modernizzazione delle imprese italiane:Â
- iperammortamento: consente l’investimento in beni materiali 4.0;Â
- Sabatini iter: è la concessione di un contributo da parte del Mise (Ministero Sviluppo Economico) in seguito all’acquisto di macchinari, attrezzature e software (nel caso degli ecommerce puoi scegliere se acquistare Magento o Prestashop);
- bonus formazione 4.0: concessione di un credito di imposta per le aziende che investono nella formazione digitale, magari acquistando un Corso con Certificazione in E-Commerce Specialist;Â
- Voucher Innovation Manager: per le aziende italiane che necessitano di consulenze di esperti per compiere l’auspicata digitalizzazione.
Quali sono i paesi a livello mondiale dove il commercio elettronico è più sviluppato?
I paesi UE
In Europa viene registrata la più alta penetrazione di Internet al mondo con la quota del 69% degli internauti che ha effettuato almeno un acquisto nel 2018. L’incremento percentuale attestato nell’ultimo anno è stato del 9% per un ammontare complessivo di 313 miliardi di euro. I capifila sono Gran Bretagna, Germania e Francia. In particolare, un dato interessante riguardo il Regno Unito che è terzo al mondo per le transazioni online via mobile.Â
In questi dati si colgono le difficoltà in cui navigano la maggior parte delle imprese italiane che hanno un ecommerce e che spesso faticano a trovare un audience digitalmente preparata come nel resto dei paesi dell’Unione Europea.
I paesi extra UE
Nel 2018 2,81 miliardi di individui hanno effettuato almeno un acquisto online generando complessivamente un giro di affari pari a 2875 miliardi di dollari superiore di 12% rispetto al 2017 e con un’incidenza dell’11% rispetto al commercio globale tra offline e online.Â
L’area dell’Asia Pacifico capeggiata dalla Cina del colosso Alibaba ha transato 1892 miliardi nel 2018 precedendo gli Stati Uniti del rivale Amazon. I grandi player delle vendite online stanno sperimentando alleanze per affinare le tecnologie ed espandere il proprio business online. Un esempio è l’alleanza tra Google e Wall Mart nell’ambito dell’assistente vocale.Â
Articoli correlati
Assolutamente no, poche aziende, circa il 10% in Italia hanno un e-commerce. Farglielo capire che è importante… Grazie per l’articolo! Magari può essermi utile farlo leggere a qualcuno
Io sto creando un e-commerce per la piccola azienda di famiglia, spero di poter riuscire a fare crescere le vendite tenendo in considerazione anche del momento storico che stiamo vivendo. Penso che sia davvero la svolta per moltissime aziende, sicuramente da non sottovalutare e porre molta attenzione a molti aspetti.
A fine 2020 risulta che la percentuale delle aziende italiane ad avere un ecommerce sia circa il 30 % del totale. Ha avuto quindi un grande incremento rispetto al 2018 e chissà nei prossimi anni quanto salirà ancora.
Articolo incredibilmente completo che fornisce una grande panoramica della situazione italiana. L’ecommerce dunque ha dei grandi margini di crescita tuttavia la poca digitalizzazione del nostro paese e soprattutto la scarsa conoscenza degli incentivi ad esso connessi rappresentano uno stop. Sarà bello vedere le stesse statistiche il prossimo anno dopo l’esperienza del lock down, mi auguro ci sia una grossa crescita del mercato elettronico
L’ecommerce delle aziende italiane è cresciuto molto in questi ultimi mesi a causa del Covid, ma c’è ancora molto da fare.
Non mi sarei mai aspettata che tra i motivi del ritardo tecnologico ci fosse la non conoscenza degli incentivi per convertirsi alla digitalizzazione.
L’e-commerce è oramai il futuro per ogni impresa!
Articolo dettagliato e pieno di contenuti chiarificatori su aspetti che riguardano l’affascinante mondo dell’e- commerce. Purtroppo l’Italia si sta mettendo al passo con gli arti paesi solo adesso, a causa di un evento mondiale spiacevlissimo. Ma è noto che le crisi portano a delle spinte di crescita. Speriamo che molti imprenditori italiani colgano questo aspetto, e capiscano quanto si può “ricavare” dall’aggironamento e dall’investimento sull’on-line!
Un articolo preciso e molto ricco di contenuti. Mi ha chiarito tantissimi aspetti e consiglio a tutti la lettura in quanto è molto dettagliato e aiuta a capire come sia importante per un impresa inserimento dell’ecommerce.
Panoramica realistica su come purtroppo l’Italia sia indietro anche in questo campo. C’è ancora una mentalità vecchia, o mancano le competenze e sopratutto la volontà di aggiornarsi e di voler investire. Siamo ormai in un periodo in fare acquisti online sta diventando una consuetudine per molti, avere un e-commerce è indispensabile per restare sul mercato.
L’e-commerce rappresenta oggi un settore del commercio con tassi di crescita altissimi year-on-year. Nel nostro Paese, come emerge anche in questo articolo, la diffusione dell’e-commerce e’ ancora agli albori. Questo rappresenta senz’altro una grande opportunita’ per le imprese italiane che pensano di spostarsi al commercio elettronico! Ovviamente, come sempre, per avere successo occorre non improvvisare, in particolare nell’e-commerce dove le varibili da monitorare sono innumerevoli e sicuramente richiedono l’ausilio di specifiche professionalita’.
L’ecommerce è una realtà alla quale non si può rimanere indifferenti. Se non ci si aggiorna e rimane al passo con i tempi, si rischia di rimanere indietro, definitivamente! Digitalizzarsi oggi come oggi per un’azienda è fondamentale. Una leva importante per far crescere il proprio business
Come spesso accade penso sia un problema prima di tutto culturale, le persone faticano in generale a vivere i cambiamenti, di solito li subiscono. Non dovrebbe essere così, e il successo di coloro che fungono da pionieri lo dimostra, ma capisco anche che non sia facile per chi gestisce una piccola impresa trovare il tempo e la forza spirituale per formarsi a dovere o seguire gli input che il mondo offre, le cose di cui occuparsi sono molte e delegare non è semplice o fattibile in molti casi.
Articolo molto interessante, il quale da una panoramica esaustiva riguardo la diffusione delle-commerce in Italia e nel mondo. Mi ha fatto capire quanto spazio ci sia ancora per l’e-commerce e quanto diventerà importante in futuro.
Articolo ricco di ottimi contenuti e spunti
ora come ora, soprattutto dopo questa pandemia chi non ha un Ecommerce é fuori dal mercato. é il momento giusto per cavalcare l’onda e diventare un professionista in questo settore.
Difficile far capire a molte aziende che ancora non hanno un e commerce che è un canale fondamentale per acquisire nuovi clienti! Questo periodo così particolare, sicuramente, cambierà un pò la visione avuta fino ad oggi.
Articolo molto ricco di contenuti, interessante e davvero utile. L’e-commerce è un must da conoscere in questo momento.
Un modo di fare impresa sempre più in crescita e dalle potenzialità ancora in parte inesplorate
Interessante questo report, che purtroppo evidenzia quanto l’Italia sia ancora indietro, anche se in crescita.
Il Coronavirus sta portando più coscienza sul tema nei cittadini e nelle aziende… Ma per le aziende che non si erano preparate prima della pandemia c’è il forte rischio che sia troppo tardi per implementare un e-commerce, in un periodo di stop forzato così lungo… in conclusione, l’ignoranza tecnologica è stata più che mai penalizzante!
Sicuramente l’e-commerce è uno strumento utile e sempre più necessario, è un investimento che l’azienda deve tenere in considerazione al giorno d’oggi.
Questi dati ci dicono che sicuramente l’e-commerce è un ambito con molta possibilità di crescita e ciò si può tradurre in opportunità lavorative per chi si forma in questo campo.
Sicuramente questo è un argomento molto difficile da trattare sul nostro panorama nazionale. Mi rendo conto lavorando anche come costruttore di siti web che la situazione non è delle più semplici. La cosa che frena il 90% di queste imprese a sbarcare nel mondo dell’online sono gli investimenti. Per questo mi chiedo se un giorno sarà mai possibile che esistano ancora. L’articolo mi ha chiarito diversi aspetti che non avevo preso in considerazione comunque. Grazie mille!
Sicuramente la situazione attuale darà una forte spinta alle vendite online e forse potrà essere la chiave che salverà molte imprese.
Credo che questo periodo difficile possa, nel bene o nel male, contribuire a cambiare molte logiche e realtà aziendali, aprendo all’utilizzo di e-commerce
Io credo che l’e-commerce in Italia stenti a decollare per una questione di fiducia del consumatore. Fiducia che deve ancora conquistata dai player del settore. Inoltre vorrei vedere i dati di quanti usano o posseggono una carta di credito. Detto questo a poco a poco credo che anche il nostro paese arriverà ai numeri dell’Europa.
Un articolo ricco di un’attenta analisi della situazione attuale nel nostro paese e nel mondo e aiuta a capire come l’e-commerce sia un canale di investimento sempre più promettente e necessario.
In Italia sono veramente poche le aziende che investono in questo settore in continua crescita!
È molto difficile che in Italia le PMI investano tempo e risorse in un e-commerce perché, purtroppo, manca un’educazione al marketing digitale. Spero la situazione cambi!
Questo articolo evidenzia come delle competenze nella SEO, nella SEM e nelle strategie di marketing digitale oggi facciano la differenza! Molte imprese sottovalutano l’e-commerce, quando in realtà è il punto di forza dei giorni nostri.
Articolo molto interessante sopratutto nella parte delle statistiche degli acquisti online!
Siamo appieno nell’era del digitale, fare acquisti online sta diventando una consuetudine per molti. Credo che avere un e-commerce valido sia indispensabile per restare sul mercato e competere con la concorrenza. Bene affidarsi a persone esperte però, perché se il lavoro non è fatto bene, ne paga le conseguenze lo stesso negoziante che ha evitato di investire adeguatamente nel progetto.
Un articolo specifico e dettagliato, complimenti! Le PMI sono davvero le aziende che potrebbero beneficiare di più con la vendita di prodotti/servizi online.
Osservazioni interessanti e risapute in questo articolo. credo che la situazione rispecchi come é strutturato il nostro tessuto commerciale e la nostra demografia. Siamo un paese pieno di piccole imprese che fanno fatica a sostentarsi figuriamoci a mettere in piedi un e-commerce che in termini di investimento e di tempo e conoscenza é tutt’altro che banale..certo che solo lo 0,3% delle imprese che hanno un e-commerce é da un lato inquietante e dall’altro indicativo di quanto spazio ci sia in italia per l’implementazione di questo genere di attivitÃ
Di sicuro avvicinarsi al commercio online è una grossa opportunità . E’ fondamentale essere preparati e non lasciare nulla al caso, perché il mondo online è molto competitivo e ogni azienda dovrebbe valutare con attenzione questa opportunità .
Purtroppo o per fortuna si paga ancora la scarsa digitalizzazione di tantissime imprese italiane… Avere un e-commerce senza poi una reale base di conoscenza su come gestirlo e quali canali digitali abbinare può comportare scarsi vantaggi.
Credo che l’e-commerce B2C sarà in forte aumento nei prossimi anni, un settore che stenta a decollare è il food per differenti motivi
Tanti dati utili in questo articolo, per capire la situazione dell’E-commerce in Italia e nel Mondo e soprattutto far capire l’importanza di questo potentissimo strumento di vendita oggi oramai necessario ai più.
Io credo che al giorno d’oggi digitalizzarsi è diventata una chiave indispensabile, sono molte le aziende che ci provano e che, aimè, non hanno successo e quindi pensano che non sia possibile guadagnare con l’online, quando poi basterebbe affidarsi a degli esperti e non pensare che basti aprire una pagina facebook e un profilo su instagram
Molte Imprese affiancano alla loro attività tradizionale l’e-commerce !
Reputo l’e-commerce un ottimo aiuto per far crescere le vendite.
Ovviamente serve sfruttare al meglio la SEO e SEM
Articolo molto ricco di contenuti altamente dettagliati e che chiariscono molti aspetti riguardanti L’e-commerce nelle imprese! Bellissimo articolo Francesco!